vieni vieni non aspetto altro che te
Hai accarezzato i capelli la nuca i miei seni, li hai spaiati alla luce di una luna discreta, per abitudine hai preferito il sinistro, quello che dici ha un’anima a parte, perché tanto vicino al cuore che batte. Lo leccavi come un ciuccio salato, come un membro di maschio in attesa, che davvero potesse venire, zampillasse d’incanto un getto più caldo, misto a saliva al rosso di labbra, di nettare e vischio d’anima munta.